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Creo, dunque sono.

By 1 Dicembre 2014 Marzo 29th, 2018 No Comments

Creo, dunque sono.creo

La creatività è contagiosa.
Trasmettila.
(Albert Einstein)

Possiamo creare. Costruire richiede fatica, sforzi, immaginazione e impegno.
Creare nel senso di far nascere dal nulla non è dell’essere umano; l’uomo può “produrre, costruire, fondare, comporre, o inventare, ideare, foggiare, e far sorgere, dare vita a qualche cosa”. Esiste un che di speciale nella capacità di creare (nel senso sopra ricordato) che ci fa guardare con ammirazione a quelle persone che hanno la capacità, appunto, di creare.

La legge dell’entropia è sempre in agguato: i sistemi tendono al disordine che è lo stato di minima energia tipico in natura; l’ordine, la creazione, richiedono energia per essere realizzati prima, mantenuti poi. Lasciati a se stessi, i sistemi tendono al degrado. Ne abbiamo continuamente esempi nella nostra vita quotidiana, dalla manutenzione della casa, alla manutenzione della macchina. Per mantenere le cose in ordine, funzionanti ed efficienti è necessario mettere energia, svolgere del lavoro. Lo stesso naturalmente vale anche per le aziende, il concetto è intuitivo se pensiamo alle linee produttive, alle macchine, lo è un po’ meno se pensiamo ai sistemi che pervadono l’azienda. Ma anche questi sistemi tendono nel tempo al degrado e richiedono lavoro per essere mantenuti in uno stato di buon funzionamento. Pensare di abbandonare a loro stessi sistemi, uomini e macchine, è un primo passo verso il disordine. Se vogliamo costruire, prima dobbiamo mantenere e questo richiede energia (sforzo, fatica, impegno) e lavoro.

Un altro significato importante di “creare” è: costruire, produrre, fondare. Se lo applichiamo al mondo del business vuol dire avere la capacità di costruire un business solido e che possa crescere, immettendo nel mercato prodotti o servizi (produrre) che i clienti vogliano comprare. In molti casi, purtroppo (si veda il post della settimana scorsa) è più facile distruggere, de-localizzare o abbandonare il campo, soprattutto quando: a) la situazione è così deteriorata che è impossibile recuperarla (aziende decotte e inefficienti, prodotti sbagliati, crollo del mercato, etc); b) un eventuale recupero richiede un impegno e un lavoro che chi ha la responsabilità e l’autorità per mobilitare le risorse, semplicemente non vuole o non ritiene interessante fare. Nel caso “a” (deterioramento molto forte della base competitiva) bisognerà purtroppo agire salvando il salvabile, ed è una ben triste situazione; raramente il deterioramento avviene all’improvviso, di solito riflette una situazione strutturale di debolezza o d’incapacità nel decifrare i segnali deboli, in questo caso è necessario intervenire con decisione e rapidamente.
Il caso “b”, invece, ha a che fare con gli obiettivi e i valori di chi guida l’azienda, sia esso un imprenditore o un manager. Vi è qualcosa di speciale nel costruire, nell’atto di produrre che ci caratterizza come esseri umani, una sorta di destino al quale siamo chiamati. Non lasciare che ciò che non puoi fare interferisca con ciò che puoi fare e quello che possiamo fare è davvero molto. Essere “homo faber” è una vocazione, una visione.

L’ultimo significato di “creare” è inventare, ideare. E’ la produzione d’idee, oggetti, servizi che sono veramente nuovi. La “creatività” contiene al suo interno il “creare”. E può esserci vera creatività solo se abbinata al “fare”, sia esso immateriale e astratto (idea, concetto), sia materiale (quadro, disegno, statua, oggetto, etc.). Cioè, chi crea produce, appunto, qualcosa.

La creatività è il processo, l’innovazione, il risultato.

L’equazione diventa allora:
                                         Immaginazione x Idee x Innovazione = Successo
Icubo”(Immaginazione, Idee, Innovazione) è la sintesi di un processo che partendo dall’immaginare, al generare idee, alla creazione d’innovazione produce una situazione di successo. Sul “successo” inteso in questo senso, torneremo l’11 dicembre nel corso dell’evento che stiamo preparando. L’innovazione, ho scritto molte volte, è un processo che può e dovrebbe essere organizzato in modo moderno e invece in molti casi è lasciato al caso. E’ un processo assolutamente strategico per qualunque azienda che voglia prosperare, crescere e stare sul mercato (successo).

“La creatività è solo connettere le cose. Quando si chiede alle persone creative come hanno fatto qualcosa, si sentono un po’ in colpa perché loro non hanno in realtà fatto qualcosa, hanno semplicemente visto qualcosa. Sembrava loro ovvio dopo un po’. Questo perché sono stati in grado di collegare le esperienze che hanno avuto e sintetizzare nuove cose. E la ragione per cui sono stati in grado di farlo è che hanno avuto più esperienze o hanno pensato di più sulle loro esperienze rispetto alle altre persone.” (Steve Jobs – Wired)

Connettere idee, cose, concetti, è uno dei segreti per essere innovativi e questo implica aprirsi al mondo, aprire la mente e i sensi, imparare a osservare. Purtroppo molti prodotti falliscono perché nati negli angoli di qualche ufficio progettazione, dove i progettisti chiusi nella loro torre d’avorio, non si aprono al mondo, ai clienti o ai potenziali tali.
“Non è che essi non sappiano vedere la soluzione. E’ che non sanno vedere il problema.” (G.K.Chesterton), dobbiamo, cioè, cercare il problema prima della soluzione.

Sempre Steve Jobs nell’intervista citata, proseguiva dicendo: “Molte persone nel nostro settore non hanno avuto molte esperienze diverse. Così non hanno abbastanza puntini da collegare, e finiscono con soluzioni molto lineari, senza una prospettiva ampia sul problema. Più ampia è la comprensione che uno ha dell’esperienza umana, migliore sarà il design che avremo.”

Dobbiamo avere abbastanza “puntini da collegare” e se non li abbiamo li dobbiamo andare a cercare. Il segreto per avere l’idea giusta è di avere tante idee. Creare, quindi, significa cercare, esplorare.

Essere “homo faber” vuol dire essere per la costruzione, per la creatività, per il fare, per l’immaginare e l’inventare. “Dipingere è un’azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è” (Jackson Pollock), la nostra “creazione”, il nostro manufatto, il nostro progetto, rappresentano quello che siamo o quello che vorremmo diventare e il nostro contributo.

“Homo faber fortunae suae” l’uomo è l’artefice della propria sorte, la costruzione e il progetto più impegnativo di tutti. Per questo quando “creiamo, siamo.”

Buona settimana.
Massimo

 

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