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Design: Generazione del flow.

Il post di questa settimana si sarebbe potuto intitolare ‘Viaggio nella mente di un creativo’. Lorenzo Olivetto, Product Design Engineer in SPII S.p.A., ci guida in questo viaggio, che è soprattutto un percorso verso la scoperta di quella creatività che tutti possediamo ma che dovremmo coltivare con cura. Un mio commento alla fine del ‘pezzo’.
Buona lettura

Introduzione
Nell’epoca contemporanea il processo di creazione di un servizio o di un prodotto parte generalmente dalla pubblicazione di un brief di progetto in cui vengono esplicitate le basi di partenza, i vincoli e gli obiettivi ultimi che si vuole raggiungere. Seguendo un classico approccio “design thinking” gli step successivi prevedono diverse analisi che riguardano in primo luogo il contesto di riferimento, l’utente target a cui è rivolto il prodotto/servizio, la cultura verso cui ci si approccia e il mercato in cui verrà lanciato. L’interpolazione dei dati che emergono da questo tipo di analisi porta alla definizione di diverse aree di intervento in cui potersi cimentare per la generazione di idee più o meno innovative. 
Ma come avviene poi il processo di generazione di idee? Quali sono le tecniche che possono stimolare questo stato creativo? Qual è lo status mentale più efficace? Tenterò nelle prossime righe di spiegarlo per la mia breve seppur intensa esperienza accademico lavorativa nel quale ho affrontato diverse tematiche legate allo sviluppo prodotto e in cui ho avuto modo di potermi interfaccia con figure simili ma anche molto differenti dal mio background.
Una premessa essenziale è quella di creare un terreno fertile in cui poter fare emergere i migliori stati mentali, questa premessa definisce appunto “le condizioni preliminari” utili per dare avvio ad una maggiore quantità e qualità di idee prodotte. La curiosità è una di quelle condizioni obbligate a cui difficilmente poter farne a meno, deve far parte della vita quotidiana del designer, deve essere uno status prodotto spontaneamente e senza sforzo alcuno e deve essere mirata a cogliere le informazioni qualitativamente più valide non solo nel contesto del prodotto ma in tutto il corollario proprio delle esperienze di vita del designer. Questi input paralleli sono utili allo sviluppo del pensiero laterale e possono essere generati sfruttando in maniera costruttiva il nostro tempo libero. Le informazioni che generalmente assorbiamo durante la visita ad un museo piuttosto che durante la visione di un film o l’avventura di un viaggio vengono inconsapevolmente registrare dal nostro inconscio e contribuiscono a popolare un database di dati immenso. La concatenazione e la generazione di collegamenti tra i vari dati registrati porta a risultati veramente sorprendenti che possono venire utili nel momento più inaspettato del processo creativo. Il cervello può essere alimentato anche creando connessioni con persone al di fuori della nostra cerchia di conoscenze, allenando così la mente ad esplorare ambiti poco conosciuti al di là della nostra area di comfort.

Status mentale
Tutti almeno una volta nella propria vita sono stati assorbiti da un’attività, da un momento o da una situazione talmente alienante da far perdere completamente la cognizione dello scorrere del tempo.

Questa particolare circostanza è stata studiata e definita dallo psicologo ungherese Csíkszentmihályi come “stato di flow”, ovvero uno stato di concentrazione tale da renderci immuni agli stimoli esterni ed interni al nostro corpo, un assorbimento totalizzante e generalmente orientato a provocare intenso piacere e gratificazione esponenziale. È uno stato psicologico dalla connotazione totalmente positiva che corrisponde alla completa dedizione verso un obiettivo e che scaturisce dalla relazione tra le abilità soggettive dell’individuo ed il lavoro in cui si è dedicato. Questo stato emerge e permane nel tempo se i fattori scatenanti, abilità soggettive e carico di lavoro, sono in perfetta armonia ed equilibrio tra loro. Nel caso in cui questa relazione si dovesse sbilanciare verso uno dei due fattori precedentemente elencati si incombe in stati di forte stress/ansia o noia e scarso interesse per ciò che si sta compiendo. 
Se l’induzione e l’immersione in questo stato di flusso vengono sfruttate come catalizzatori di idee, tutto questo processo genera un grande potenziale creativo che si riversa in quantità e qualità di idee prodotte.

Molto spesso mi rendo conto che quando mi capita di entrare in questo stato generativo altamente immersivo, il tempo, pur essendo un concetto relativo, si annulla come se fossimo in prossimità di una grande buco nero.  All’interno di questo stato altamente produttivo si possono estrapolare diversi embrioni di idee che se poi coltivati nella maniera più opportuna possono traghettare alla generazione della vera innovazione. Certo è che più si è allenati a sviluppare la creatività più l’efficacia e la qualità delle idee prodotte aumenta rendendo il processo sempre più efficiente.

Come
Alcune ricerche scientifiche svolte su gemelli omozigoti hanno dimostrato che la creatività dipende per un 33% dal nostro corredo genetico mentre per i rimanenti due terzi dalla nostra esperienza, dall’allenamento che facciamo e dal contesto in cui cresciamo. Questa affermazione ci porta a pensare che anche nel caso in cui nascessimo con un DNA non particolarmente strutturato per generare creatività possiamo comunque raggiungere un ottimo livello allenandoci e praticando costantemente. Ma quali sono le condizioni a cui prestare particolare attenzione e come allenare al meglio la nostra mente?

Oltre alle condizioni preliminari descritte precedentemente ci sono degli esercizi e delle routine che è bene tenere a mente per creare una sorta di mindset improntato sul pensare in maniera meno scontata e più dirompente. Alcune di queste tecniche/routine sono spesso nominate in diversi testi legati a questo argomento sempre più in voga nell’ambito business. Ne ho provate diverse sperimentando quali erano realmente efficaci su me stesso e cercando ogni volta di variarne il contenuto in modo tale da non abituare troppo il cervello ad un determinato meccanismo.

Una routine a cui non posso mai rinunciare nella mia giornata riguarda il trovare un momento in cui svuotare la mente da qualsiasi pensiero e in cui scollegarsi letteralmente da qualsiasi input esterno. Personalmente trovo la doccia con il rumore bianco connesso allo scorrere dell’acqua e la camminata due momenti catartici in cui riesco a lasciare fluire quello che mi destabilizza a livello mentale per lasciar spazio ad aria nuova. Questi momenti li ritengo essenziali per poter lasciar il cervello libero di poter rielaborare i dati che ha immagazzinato cercando di creare nuovi accostamenti e nuove combinazioni.

Un altro fattore molto importante per tenere alto il tenore creativo della nostra mente è quello di allenarci con i cosiddetti “creativity booster” cioè degli esercizi da svolgere da solo o in gruppo per tenere la mente pronta nel generare idee non convenzionali.
Alcuni dei più famosi si possono trovare nel libro “Thinker toys” di Michael Michalko, altri si trovano in rete su alcuni blog tematici e alcuni si possono poi si possono personalizzare in base al task che si vuole raggiungere.

Ne ho sperimentati alcuni negli anni e ritengo che se svolti con costanza possono incrementare la rapidità e la scioltezza con cui far emergere le idee più promettenti.

Conclusioni
Ognuno di noi ha del grande potenziale creativo molto spesso inespresso e a volte mal gestito, questo un po’ per scarsa consapevolezza e un po’ perché immersi sempre più in una società orientata alla superefficienza, dove il fermarsi per guardare oltre molto spesso viene preso come una inutile perdita di tempo fine a sé stessa. Questo sistema porta ad un inevitabile appiattimento delle idee che diventano sempre più seriali perfette e preconfezionate, affrancate da una data di scadenza controllabile dall’orologio. 
Un giorno ci toccherà fermarci per ritrovare uno spazio ed un tempo umano in cui riscoprire il valore della qualità della produzione mentale a discapito di una attuale quantità a scarso valore intrinseco. Chiudo questa riflessione citando un mostro sacro della scienza che ha rivoluzionato con un’idea l’intera concezione di spazio e tempo conosciute allora – A.Einstein – “ Io so con assoluta certezza di non possedere un talento speciale; la curiosità, l’ossessione e l’ostinata resistenza, unita all’autocritica, mi hanno portato alla generazione delle mie idee.” 

Buona settimana
Lorenzo

Pensare in modo creativo significa sviluppare nuove idee, vedere nuove connessioni, immaginare il possibile e anche l’impossibile. 
Il pensiero creativo possiede alcune caratteristiche distintive: fluidità (capacità di proporre molte idee e soluzioni), flessibilità (capacità di affrontare un problema in modi diversi, creazione di nuovi punti di vista, utilizzo di modelli mentali nuovi e più adeguati, ecc.), originalità/novità (creare idee nuove), implementazione (capacità di eseguire un’idea; senza un ‘fare’ non ci può essere un ‘creare’).
La creatività non è una dote, non è un gene, è un’abilità che può essere sviluppata e come ha ben detto Lorenzo, allenata. 
L’amico/lettore sa che scrivo spesso di mind fitness come di un’abilità del pensare bene, in modo efficace. E’ un’abilità che nel mondo complesso, globale e interconnesso di oggi diventerà sempre più strategica. 
Tutto questo ha due implicazioni. La prima, per la persona: se desidera dare un contributo fattivo alla sua organizzazione e più in generale alla società, dovrebbe mantenere e sviluppare questa fondamentale abilità. La seconda, per il manager e l’imprenditore: riflettere su quale modello organizzativo adottare per stimolare le persone a pensare in modo creativo e produrre innovazione, creando poi le condizioni per la sua realizzazione.

Arthur Bloch: Sulla Terra la popolazione è in continuo aumento, ma la somma dell’intelligenza è costante
Mi piacerebbe molto cambiare il risultato di quest’equazione. 
Abbiamo bisogno di più intelligenza e di più creatività, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, anche a quelli alti e forse soprattutto lì!

Buona settimana
Design a better world.
Massimo

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