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Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi progetti.

By 24 Novembre 2014 Marzo 29th, 2018 No Comments

Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi progetti.
(dal film La maledizione dello scorpione di giada)Steve JobsQuanti progetti, piani industriali, studi saranno stati presentati in tutte quelle aziende che non esistono più o sono state acquistate, fuse in altre realtà per sparire dal panorama economico, oppure, purtroppo fallite?

Tante aziende sono sparite o sono diventate di proprietà di gruppi stranieri: Olivetti, Innocenti, Richard Ginori, Poltrona Frau, Algida, Buitoni, Bottega Veneta, Gancia, Parmalat, Perugina, Ducati, Lamborghini, Bertolli, Pernigotti, Locatelli, Stock, Fendi, Carapelli e tante altre, aziende ormai di un lontano passato italiano fatto di prestigio, capacità imprenditoriale e creatività. Alcune di queste aziende non produrranno più in Italia e molti stabilimenti sono stati chiusi o fortemente ridimensionati.

 

E’ il mercato, dirà qualcuno, ed è vero. E’ l’evoluzione che elimina quelle società che non riescono a cambiare e a evolvere. E’ la sopravvivenza del più adatto. La durata della vita delle aziende si è notevolmente abbassata e la situazione a oggi è molto fluida e in continuo cambiamento.

In qualche misura è un fenomeno inevitabile, alcune aziende muoiono, altre ne nascono e ogni azienda che sparisce o fortemente ridimensiona il suo organico, crea una situazione di grande difficoltà ai suoi ex-dipendenti che purtroppo fanno grande fatica a trovare una nuova occupazione e quando riescono a trovarla, è a una condizione inferiore rispetto a quella di partenza. Non ho dati statistici per dimostrarlo, ma credo che il saldo, tra aziende che aprano e quelle che chiudono, sia negativo: se la disoccupazione è in continuo aumento e se molti giovani non riescono a trovare lavoro, significa che oggi stiamo decisamente peggio di qualche anno fa.

E’ l’applicazione della legge di Murphy: “se qualcosa può andar male, lo farà” e di uno dei suoi corollari, “dopo che le cose sono andate di male in peggio, il ciclo si ripeterà” (Arthur Bloch), e il ciclo recessivo dura oramai da parecchio.

In molti casi, dietro alla dismissione dell’attività (chiusura, fallimento, cessione) vi stanno certamente situazioni difficili di mercato, ma anche l’incapacità di pensare a nuove strategie, la limitazione al solo mercato italiano, etc. Molte di queste iniziative sono state pilotate da cosiddetti “esperti”. Alcuni di questi consulenti hanno suggerito la delocalizzazione, ossia lo spostamento delle produzioni all’estero. Se essere presenti in mercati esteri in forte espansione è certamente una cosa positiva, non lo è invece, se la delocalizzazione nasconde una seria incapacità di ripensare il business e di risolvere i problemi che compromettono la competitività dell’azienda.

Definizione di Weinberg: Un esperto è una persona che evitando tutti i piccoli errori punta dritto alla catastrofe. (Arthur Bloch)

Quindi, una prima riflessione è: fate attenzione ai cosiddetti esperti.

Non sono solo gli esperti esterni a essere pericolosi, in alcune aziende il problema arriva dall’interno, e la spiegazione la troviamo nel Principio di Peter:

Principio di Peter: in una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
1. Col tempo, ogni posizione tende a essere occupata da un membro che è incompetente a svolgere quel lavoro.
2. Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza. (Arthur Bloch)

Attenzione al principio di Peter! Quando arrivano progetti o piani di “saving”, o di “ottimizzazione,” o di “razionalizzazione”, aprite occhi e orecchi e andate ben a fondo. Di solito questi manager incarnano perfettamente l’estensione del principio di Peter: “preoccupati delle pagliuzze e le travi si arrangeranno da sole.” (Arthur Bloch) Se la “trave” è un problema di business, proporranno soluzioni sul breve termine, che salvaguarderanno prima di tutto la loro posizione.
La cosa interessante dei programmi di saving è che mentre i costi sono certi e vanno sostenuti subito, i profitti arriveranno…(forse! ma qualcuno li ha mai visti?)

In altri casi il problema nasce da un’incapacità della squadra di pensare a nuove soluzioni:

Legge di Terman sull’innovazione: se vuoi formare una squadra che vinca nel salto in lungo, trova una persona che salti nove metri, non nove che ne saltino uno.” (Arthur Bloch)

Steve Jobs ha dato un formidabile suggerimento: “Il mio modello di riferimento per il business sono i Beatles. Erano quattro tipi che tenevano sotto controllo a vicenda le loro tendenze distruttive, per così dire. Si compensavano gli uni con gli altri e il totale era maggiore della somma delle parti. E così che vedo il business: in questo campo le grandi imprese non vengono mai realizzate da una persona sola, vengono compiute da un gruppo di persone.

Costruite un grande team, con persone capaci e motivate e lavorateci insieme!

In molte aziende il processo di innovazione è assolutamente casuale.
In alcuni casi è un’unica persona che deve produrre idee e se non ci riesce, l’azienda è al palo. Molte aziende hanno fatto della personalizzazione dei prodotti la loro strategia di business, sono convinto che possa essere valida, ma questo nasconde anche un’incapacità di produrre prodotti veramente innovativi: “l’innovazione consiste nel superare l’esperienza esistente , non nel costruirci sopra.(Arthur Bloch)”

Costruite un processo di creazione di nuovi prodotti / servizi, che sia robusto e che, soprattutto, produca vera innovazione.

Quando t’immergi nel problema (…) vedi che è complicato, ed escogiti tutte queste soluzioni involute. E’ a questo punto che i più si fermano, e le soluzioni tendono a funzionare per un po’. Invece una persona realmente in gamba va avanti, individua il problema di fondo e studia una soluzione elegante che funzioni a tutti i livelli. E’ ciò che abbiamo voluto fare con Mac.” (Steve Jobs)

Analizzate i problemi a fondo, fatte domande stupide, osservate e sperimentate.

Abbiamo sviluppato una nostra idea del processo di innovazione e ne parleremo l’11 dicembre nel corso del “Innovation Day”: Icubo-Immaginazione, Idee, Innovazione. E’ il nostro piccolo contributo nel cercare di aiutare le aziende a percorrere nuove strade.

Cercate nuove strade, osate cambiare (da L’attimo fuggente).

Molte aziende hanno deciso di ridurre il personale, e forse era la cosa giusta da fare nel loro caso. Noi abbiamo scelto un’altra strada. Eravamo convinti che se avessimo continuato a proporre ai clienti grandi prodotti, questi avrebbero continuato a metter mano al portafogli.” (Steve Jobs)

Ecco il segreto di una grande strategia, è tutto in questa frase di Jobs: proporre grandi prodotti.
Di questi tempi molti consulenti propongono attività sul “business model”, è la nuova moda popolarizzata da alcuni esperti che con il solito schema per tutte le stagioni, hanno tentato di creare l’ennesima ricetta magica, che, udite, udite, non esiste!
Non ci può essere surrogato al duro lavoro, all’impegno, alla capacità di osservare, all’immaginazione nel cercare strade nuove, a provare e sperimentare.

Se vuoi condurre una vita creativa, da artista, non devi guardare troppo indietro. Devi essere disposto a prendere qualunque cosa tu abbia fatto e chiunque tu sia stato e gettarli via.” (Steve Jobs) Ma siamo veramente disposti a gettar via il fardello del passato?

Se vogliamo far ridere il buon Dio, possiamo raccontargli la favola del progetto, ma se invece vogliamo avere successo dobbiamo essere disposti a mettercela tutta per creare qualcosa di nuovo e di originale, che non faccia ridere, ma faccia comparire il sorriso sul volto di tutti quelli che si sono veramente impegnati e si sono sporcati le mani, il sorriso che è la soddisfazione di aver fatto davvero qualcosa di nuovo e che faccia la differenza.
E … attenzione alle pagliuzze!

Buona settimana.
Massimo

 

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