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Gli “sciogli-pancia” della formazione …

By 11 Giugno 2018 Luglio 9th, 2019 No Comments

Durante gli anni ottanta Wanna Marchi si fece notare per le chiassose televendite di prodotti dimagranti basati su micronizzato di tarassaco ed estratti di alghe con cui, grazie anche al suo stile particolare, ebbe un certo successo. A partire dal 1983 ha condotto una trasmissione tutta dedicata ai prodotti da lei sponsorizzati, il Wanna Marchi Show. Durante le sue televendite usava un tono di voce alto e stridulo, unitamente a una gestualità appariscente e incisiva: uno stile che la rende inconfondibile, tanto da venir soprannominata la “regina delle televendite” e “teleimbonitrice”. Caratteristico l’urlo che utilizzava ripetutamente nelle sue trasmissioni per ottenere l’assenso dei telespettatori: “D’accordo?!”
Uno dei prodotti più venduti era la crema “sciogli-pancia”, della quale l’imbonitrice illustrava proprietà dimagranti.
(Wikipedia)
 
Con l’offerta di sole 100.000 lire (all’epoca) si poteva usufruire dell’offerta per tre confezioni e così eliminare facilmente, economicamente e rapidamente quel fastidioso grasso superfluo.
La vicenda di Wanna Marchi prosegue poi con il famoso mago Do Nascimento, la vendita di bustine di sale, rametti e altre amenità del genere, un processo, il giudizio e la condanna.
 
Secondo Wikipedia, nel gennaio 2017 viene annunciata la partecipazione di Wanna Marchi insieme alla figlia a ‘L’isola dei famosi’, ma a causa delle polemiche sorte in merito, Mediaset ha deciso di non confermare la loro presenza nel cast del reality show. Da dicembre dello stesso anno insieme alla figlia Stefania avrebbe dovuto tenere un corso di formazione per aspiranti venditori presso l’istituto paritario Volta di Bari, ma viste le polemiche la scuola ci ripensa e fa un passo indietro.
 
Un altro titolo, un’altra storia: Schettino in cattedra alla Sapienza, il Tar sospende il prof che lo invitò – (roma.repubblica.it, 13 febbraio 2015) – Confermato lo stop di due mesi e lo stipendio al docente Vincenzo Mastronardi dell’università romana per aver portato a un master l’ex comandante della Concordia.

Esempi illuminanti da cui trarre qualche lezione.
In questi tempi perturbati siamo sempre alla ricerca di nuovi modelli a cui ispirarsi, anche se quelli sopra riportati non fanno parte di quelli a me congeniali, per dirla con eleganza.

Oggi, volevo proporvi una breve riflessione sulla “formazione”, ne ho scritto in qualche altro post cercando di segnalare alcune evidenti distorsioni che aumentano il caos imperante in questo settore.
Pur non essendo il nostro interesse prevalente, teniamo attività di training con l’obiettivo di integrare e completare un vuoto di competenze che troviamo all’interno di molte organizzazioni e che riguarda un po’ tutti i livelli.
Proponiamo quelle che secondo noi saranno le competenze di domani – o forse anche di oggi – ispirandoci all’idea che proprio chi ha un ruolo di responsabilità dovrebbe preoccuparsi di affinare, completare e far evolvere le proprie competenze.

Secondo J.F.Kennedy leadership and learning are indispensable to each other  e poiché crediamo in questa affermazione, proponiamo cose nuove e attuali in un mondo, come quello della formazione, devastato da falsi miti, ingenti finanziamenti che sono diventati un business in sè e difetti di impostazione con cui molto spesso ci confrontiamo.

Uno dei primi problemi è proprio la scelta degli speaker, come evidenziano i casi più sopra riportati, tema che solo questo meriterebbe una riflessione attenta.
Un caso famoso fu quello di Jeffrey Skilling, CEO della Enron Corporation fino al 2001, anno in cui la società dichiarò bancarotta e che è stato condannato nel 2006 a 24 anni e 4 mesi di prigione.
Interessante la sua biografia: un MBA alla Harvard Business School e poi consulente alla McKinsey. Prima del tracollo il suo stile di gestione veniva proposto come case study  in alcune business school.
Questo per ribadire quanto anche i master non siano indicativi né della qualità dell’insegnamento né della qualità del prodotto: ossia manager preparati e capaci.
Nomi famosi e personaggi saliti alla ribalta e che salendo in cattedra discettano su tutto e aspirano a diventare modelli da imitare andrebbero messi nella giusta prospettiva.
Un altro caso interessante è quello di molte società di consulenza che discettano del valore delle persone e che hanno la pretesa di insegnare come fare ad altri e poi trattano i propri dipendenti in modo esattamente contrario a quanto proposto.
Attenzione allora allo speaker e alla sua storia, alla sua credibilità personale, prima ancora che ai contenuti rispetto ai quali si può anche dissentire.

La formazione per alcune aziende è vista come una perdita di tempo, se si fa deve essere molto economica (meglio se finanziata, quindi gratuita) e deve durare poco.
Con queste premesse ecco allora nascere tutta una serie di nuovi format: ‘pillole formative’, micro-apprendimento, e-learning e via dicendo, cioè brevi sessioni di ‘formazione’, caratterizzate dalla brevità e dai costi contenuti (apprezzati da molti manager e imprenditori).
Sessioni formative di 30/60 minuti al termine delle quali sarai più preparato e avrai acquisito nuove skill, così nascono molti eventi formativi conditi poi da parole seducenti con promesse di prestazioni di alto livello, di strategie e cosi via.
Se è vero che possiamo imparare in tanti modi diversi e quindi anche eventi brevi hanno la loro funzione, se non altro di presa di consapevolezza di un vuoto da riempire, nulla può sostituirsi alla pratica e alla disciplina.
Acquisire l’informazione di come salvare un file su excel può essere fatto in un evento formativo di pochi minuti o in e-learning, parlare di empatia, o di soft skill, o di teamwork on-line, lo trovo francamente difficile.
Ho provato ad imparare a nuotare iscrivendomi a un sito di e-learning ma devo ammettere di non esserci riuscito…

Battute a parte, vi fareste operare da un dottore che ha conseguito una specializzazione on-line?
Non sarà infatti un caso che certe professioni (per non dire tutte) richiedono l’affiancamento ad un esperto e un esercizio continuo per acquisire la necessaria abilità?
Quindi non mitizziamo le ‘pillole formative’ che sono appunto pillole.
L’acquisizione di una competenza richiede ben altri impegni e ben altri sforzi.
Lasciamo la ‘pillola formativa’ e l’e-learning alla funzione che possono forse avere ma non trasformiamole nello sciogli-pancia di Wanna marchi, cioè non aspettiamoci risultati miracolosi senza fatica, in poco tempo e quasi gratis.

La sindrome del nostro tempo è quella eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe (Ernest Hemingway).
E per apprendere una nuova competenza, stante la motivazione a farlo, ci vuole indubbiamente del tempo.
Il miglior investimento che possiamo fare è proprio su noi stessi e ad esso dobbiamo dedicare energie, tempo e risorse.
L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario ovunque.

D’accordo?!

Design a better world!
Buona settimana
Massimo

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