BLOGBLOGBLOG

SEMPLICITA’

By 30 Giugno 2014 Marzo 29th, 2018 One Comment

SEMPLICITA’

Imagination means nothing without doing. (C. Chaplin)

You’ll never find a rainbow if you’re looking down. (C. Chaplin)NMandela Max Drawing1La semplicità è molto difficile da realizzare, invece, complicare è molto più facile. Riusciamo a rendere tutto più complicato con estrema facilità, nell’illusione di trovare così soluzioni intelligenti ai tanti problemi che ci affliggono. Tutti sperimentiamo continuamente l’impatto negativo delle complicazioni nella vita di tutti i giorni, ad esempio quando dobbiamo svolgere semplici compiti mettendo in atto procedure che sembrano concepite da qualche personalità disturbata.

Purtroppo certi uffici pubblici o certi servizi clienti sembrano perseguire con meticolosa cura e attenzione la complicazione, non essendo stati pensati per agevolare la vita dei cittadini o dei clienti, le cui necessità o problemi sfumano sullo sfondo, nel rispetto però delle procedure.
Ma la complicazione non esiste solo nel rapporto con il pubblico: non paghi delle sofferenze dei potenziali utenti e preda di circolari, memo, mail e procedure, certe persone/uffici riescono a rendere anche le cose semplici, i rapporti tra un ufficio e l’altro o tra una funzione e l’altra, degni di un labirinto di regole che scoraggia anche i più determinati.
Sulla gestione della complicazione poi costruiamo addirittura sistemi (magari informatici) che invece di essere di supporto, diventano dei mostri che obbligano le persone a spendere la maggior parte del proprio tempo ad alimentarli e a farli funzionare, dimenticando che dovrebbero invece essere di aiuto e che in origine erano nati – ebbene sì! – per rendere le cose più facili.
Lao-Tzu diceva: “Il più grande dei problemi del mondo poteva essere risolto quando era piccolo”, ma non avendolo fatto, il problema, in origine piccolo, si cronicizza e invece di essere affrontato in modo scientifico è reso permanente e magari “gestito” con l’aggiunta di sistemi o risorse (a loro volta fonte di altri problemi) che dovrebbero tenerlo sotto controllo. Questo meccanismo drena così altre preziose risorse che vengono destinate allo spegnimento degli incendi invece che alla prevenzione o al miglioramento o ai processi d’innovazione.
Esemplificazione del concetto di “spirale negativa”.
Ultimo esempio di complicazione sono tutti quei prodotti con difetti congeniti dal punto di vista del design che, per essere usati, necessitano l’intervento di un ingegnere nucleare dotato delle necessarie competenze per leggere il manuale d’istruzione e attuare le necessarie operazioni con la dovuta perizia, pazienza e forza d’animo (per non prendere l’oggetto a martellate!).
Molte soluzioni, pratiche, procedure, comportamenti e risposte sono semplicistici.
Semplicismo significa “banalizzazione” o considerazione dei problemi, delle soluzioni e delle cose con una visione superficiale, che non risolve o affronta le situazioni agendo nel profondo con l’obiettivo di trovare una vera soluzione o dedicando la necessaria attenzione alle cose.
Troviamo, anche in questo caso, ampie evidenze di quanto questo atteggiamento mentale sia diffuso e fonte di gravi conseguenze; cito qualche esempio sperando di non turbare il lettore: il manager che decide la vita e la morte di uno stabilimento solo leggendo i dati e non comprendendo le situazioni sottostanti; il venditore che perde una vendita perché “il suo prezzo è il più alto”; l’azienda che non creando prodotti innovativi è schiacciata sulle richieste del potenziale cliente; il manager che decide il piano di formazione delle persone senza valutare né le capacità di chi fa formazione né le necessità di chi deve essere formato, perché non  ha una conoscenza diretta e approfondita né della situazione, né delle competenze necessarie; il progettista che progetta il prodotto basandosi solo sulle funzionalità e la tecnologia e non considerando l’interazione dell’utente con il prodotto; l’imprenditore che si innamora dell’ultimo arrivato fino a quando questo non dimostrerà di essere solo un essere umano (anche se molto bravo) e non il Messia mandato per risolvere problemi incrostati frutto di anni di decisioni sbagliate; il manager “multitask” che preda del mito dell’efficienza e della velocità decide  senza aver ponderato con la dovuta attenzione tutti i vari aspetti del problema.
Fortunatamente alla complicazione e al semplicismo, possiamo opporre la SEMPLICITA’, ossia la facilità, la naturalezza, la chiarezza, l’eliminazione del superfluo. La semplicità richiede grande profondità di pensiero e capacità di cogliere l’essenza del problema, della situazione, delle necessità del cliente.
Leonardo sosteneva che “la semplicità è l’estrema sofisticazione”, proprio perché richiede fatica, impegno e volontà. E se osserviamo con attenzione le soluzioni davvero funzionanti o i prodotti e le aziende di successo che li hanno creati, troviamo la capacità di generare semplicità.

E a proposito di semplicità, Steve Jobs, che sull’argomento la sapeva lunga, sosteneva che:

Questo è uno dei miei mantra: concentrazione e semplicità. Il semplice può essere più forte del complesso. Devi lavorare duro per pulire il tuo pensiero e renderlo semplice. Ma alla fine ne vale la pena perché una volta ottenuto ciò, puoi spostare le montagne. (S. Jobs)

Accendi il cervello. Le nuove idee nascono guardando le cose, parlando alla gente, sperimentando, facendo domande e andando fuori dall’ufficio! (S. Jobs)

Perché Charlie Chaplin? Perché incarna meravigliosamente l’idea di semplicità.

Perché per essere grandi, bisogna saper essere semplici.

Buona settimana

Massimo

 

    Pubblichiamo un nuovo post ogni settimana, se desideri riceverlo iscriviti:

    Nome e cognome (richiesto)

    Professione

    Indirizzo email (richiesto)

    Condividi l'articolo

    One Comment

    Leave a Reply