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Umani… solamente e semplicemente umani.

By 22 Gennaio 2017 Marzo 29th, 2018 One Comment

Umani… solamente e semplicemente umani.62482484_l Vengo da due giorni passati con un gruppo straordinario di persone…

Si, è vero!
Sto proprio parlando di voi, ma non dirò chi siete.
Tanto voi lo sapete!

Ho la fortuna di fare un lavoro che mi porta, molto spesso (per fortuna!), a incontrare persone eccezionali, la cui caratteristica è una grande umanità, apertura e voglia di fare.

Ho tenuto un workshop in un’azienda che ha deciso di fermare tutti i dipendenti per un giorno, per stare insieme, per pensare al passato e costruire il futuro.
Un’azienda vitale e in crescita, con un gruppo di persone che vivono e sentono l’azienda come fosse loro e con un’atmosfera molto “calda”.
Insomma la potremmo definire un’azienda di successo.
A loro e alle tante persone che ho avuto il privilegio di incontrare e con cui ho lavorato nel tempo, affrontando situazioni anche difficili, dedico questa mia piccola riflessione.

I Pensieri di Blaise Pascal – matematico, fisico e filosofo francese – contengono infinita saggezza e sono una ricca fonte di materiale per alimentare il pensiero.
Contengono alcune riflessioni che li rendono quanto mai attuali e “umani”.
 
Noi navighiamo in un mare vasto, sempre incerti e fluttuanti, sospinti da un estremo all’altro. Ogni termine al quale pensiamo di ormeggiarci e di fermarci vacilla e ci abbandona, e se lo seguiamo sfugge alla nostra presa, scivola dalle nostre mani e si allontana in una fuga eterna. Nulla si ferma per noi. (B. Pascal)
Già, in questo mondo iper-connesso, globalizzato e veloce, nulla si ferma per noi… e con tutta questa velocità rischiamo di perderci e quindi ogni tanto è indispensabile fermarsi e pensare.

Invece delle tante chiacchiere sulla velocità (blah-blah), sulla performance (blah-blah), e via dicendo – li ho definiti blah-blah-ismi e su questo tornerò- ogni tanto dovremmo cogliere il suggerimento di Pascal:
Ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non sapersene restare tranquilli in una camera.(B. Pascal)

Riprendersi del tempo per pensare e per capire cosa abbiamo imparato, come possiamo migliorare, cosa cambiare; riflettere da soli e riflettere insieme.
L’uomo è visibilmente nato per pensare; qui sta tutta la sua dignità e tutto il suo valore; e tutto il suo dovere sta nel pensare rettamente. (B. Pascal)

Sono tempi i nostri, dove il pensare è un’arte spesso dimenticata che dovremmo invece rivalutare, per ritrovare quel giusto ritmo tra fare e pensare.
E pensare è fondamentale.
Concentrati solo sull’azione – nulla si ferma per noi – dimentichiamo che, per essere efficaci, ci dovrebbe essere equilibrio tra azione e pensiero.

Le domande sono la forza dell’Homo sapiens. Anche se c’è una sorprendente varietà di comunicazioni tra gli esseri viventi, c’è una sola specie che sa porre le domande e (cosa ancor più stupefacente) sa discutere le risposte. (Leonard Shlain)
E cos’è il pensare se non porre domande e discutere le risposte?
Sono queste due attività che ci rendono così umani.

La velocità dei nostri tempi, la continua accelerazione tecnologica e del business, creano un ritmo nei cambiamenti che non è nostro.
Come essere umani abbiamo tempi che non sono quelli delle comunicazioni, di internet o dei vari gadget che oramai tutti possediamo.
E per ritrovare quel ritmo, molto umano, abbiamo bisogno ogni tanto di fermarci e di ritrovare noi stessi, solo così possiamo trovare le capacità di fare quei salti che ci possono portare in avanti e anche anticipare i cambiamenti esponenziali ai quali siamo tutti sottoposti.

Inoltre, in perenne corsa, perdiamo il tempo presente:
Noi non ci atteniamo mai al tempo presente. Anticipiamo il futuro come troppo lento a venire, come per affrettarne il corso; oppure ricordiamo il passato per fermarlo come troppo rapido; così imprudenti, che erriamo nei tempi che non sono nostri, e non pensiamo affatto al solo che ci appartiene, e così vani, che riflettiamo su quelli che non son più nulla, e fuggiamo senza riflettere quello solo che esiste. Il fatto è che il presente, di solito, ci ferisce. Lo dissimuliamo alla nostra vista perché ci affligge; se invece per noi è piacevole, rimpiangiamo di vederlo fuggire.
Tentiamo di sostenerlo per mezzo dell’avvenire, e ci preoccupiamo di disporre le cose che non sono in nostro potere, per un tempo al quale non siamo affatto sicuri di arrivare.
Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà tutti occupati dal passato e dal futuro. Il presente non è mai il nostro fine: il passato e il presente sono i nostri mezzi, solamente il futuro è il nostro fine. In questo modo non viviamo mai, ma speriamo di vivere; e, disponendoci sempre a essere felici, è inevitabile che non lo siamo mai. (B. Pascal)

Esaminare i propri pensieri…
Il criceto corre sulla ruota, con foga ed energia, con impegno, ma sempre lì rimane.
Ogni giorno la sua ruota lo aspetta e con costanza un po’ folle, il criceto inizia la sua pazza corsa…
Grande fatica per non andare da nessuna parte.
Noi però possiamo fare meglio!
Ritrovare noi stessi e il nostro ritmo non è solo necessario per la nostra salute fisica e mentale ma anche necessario, per essere efficienti, efficaci e creativi.

Il processo creativo è solitamente suddiviso in quattro stadi: preparazione, incubazione, illuminazione e implementazione.
Nella fase di incubazione bisogna distaccarsi dall’oggetto della propria attività e permettere agli input ricevuti e ricercati (nella fase di preparazione) di lavorare a livello inconscio, fermandosi e dedicandosi ad altro.
Mentre noi ci rilassiamo, il nostro inconscio continua a lavorare sul problema.
Ecco che l’idea sopraggiunge nel momento più inaspettato, ripetendo il famoso eureka!ho trovato! di Archimede (illuminazione), che risolse il suo problema (come capire se la corona del re era di oro puro) mentre stava facendo il bagno.
 
Attenersi al momento presente ci rende più consapevoli e ci consente di vivere pienamente momenti che diventeranno immediatamente passati e di cogliere l’attimo.

Lavorare e pensare insieme, ci rende migliori, perché possiamo confrontarci con altri, scambiare idee e opinioni, imparare e scoprire cose nuove. A maggior ragione tutti risultati molto importanti quando ci riferiamo a organizzazioni che devono continuamente cambiare per adattarsi e produrre innovazione.
Nella fretta di navigare nel mare vasto ce ne dimentichiamo molto spesso creando così una frattura tra le esigenze di un business sempre più veloce e compresso e le tempistiche e modalità di funzionamento delle nostre menti, dei nostri tempi “umani”.

L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa morire ed è conscio della superiorità che l’universo ha su di lui; l’universo non ne sa nulla.
Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. E’ in esso che dobbiamo cercare la ragione per elevarci e non nello spazio e nella durata, che non sapremmo riempire. Lavoriamo quindi a ben pensare: ecco il principio della morale. (B.Pascal)

E’ necessario ridare all’uomo la sua dignità e ritrovare la perduta arte del pensare, capacità che sempre di più farà la differenza sia a livello personale sia professionale e quelle organizzazioni che, riusciranno a trovare originalità di pensiero, supereranno le altre, ferme alla ruota del criceto.

Tu, caro AD, con il coraggio di fermarti, hai fatto proprio il bene dei tuoi collaboratori e della tua azienda, costruendo un altro tassello importante per la crescita della tua organizzazione.

A queste considerazioni se ne aggiunga un’ultima: il piacere, molto umano, di lavorare insieme con un obiettivo comune, l’interesse per gli altri, il desiderio di costruire un futuro sostenibile dove le persone possano giocare il ruolo che può davvero fare la differenza, con la consapevolezza che il successo personale passa, anche, attraverso il successo dell’azienda.

Nulla è dato, tutto è incerto, ma nel misterioso oceano tempestoso delle possibilità, se fai come il criceto, il destino è segnato, se invece giochi una partita diversa, apri nuove strade e crei opportunità.

Si può fare così molto con davvero poco.
Si possono creare organizzazioni fatte di uomini e per gli uomini, dove ci sia la voglia di fare impresa, di partecipare e di creare.
Si possono progettare momenti e luoghi pieni di passione ed energia, creatività e immaginazione, lavoro e impegno, professionalità e competenza.
Si può riconnettere l’azienda con gli uomini che ci lavorano, trovare una formula nuova e diversa.
Insieme per costruire e collaborare.

Il conflitto è solo uno degli schemi possibili, esiste anche la collaborazione che si nutre di una comunicazione aperta e trasparente, il reciproco impegno e la costruzione di rapporti basati sulla fiducia reciproca tra dipendenti e imprenditori, per realizzare qualcosa d’interessante, di utile e che valga l’impegno e lo sforzo.

Ho visto molte persone, a tutti i livelli, nei giorni appena passati e con altri gruppi in altri momenti, appassionate al proprio mestiere, orgogliose di quello che costruiscono e consapevoli che il loro contributo può e fa la differenza.
Imprenditori che tengono alle loro persone e che lottano con fatica ogni giorno per assicurare all’azienda e alle persone che ci lavorano un futuro dignitoso.
Responsabili e capi “umani”, che lavorano seriamente, per aiutare e far crescere le proprie persone, creando così le condizioni per un successo sostenibile.

Umani … solamente e semplicemente umani, che lavorano insieme!
Non perfetti ma che sanno che possono fare meglio…
Una speranza, un sogno e a volte, per fortuna, una bellissima realtà!
Che bello!
Allora abbiamo davvero ancora molte opportunità!
 
Design a better world …

Buona settimana
Massimo

 

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